Il Castello dei Dannati
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Il Castello dei Dannati

Il Castello dei Dannati sarà una svolta per ogni fantasia, creatività, emozioni... Sentimenti trasformati in parole scritte..Racconti, poesie, G.D.R.
 
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 Il Corvo ..The Raven - E. A. Poe

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Mariska
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Mariska


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Il Corvo ..The Raven - E. A. Poe   Empty
MessaggioTitolo: Il Corvo ..The Raven - E. A. Poe    Il Corvo ..The Raven - E. A. Poe   Icon_minitimeGio Nov 10, 2011 4:14 pm

Una volta, in una tetra mezzanotte, mentre meditavo, stanco e sconsolato,
su molti strani e astrusi volumi d’obliata sapienza,
mentre, sonnecchiando, già il capo mi si chinava, mi riscosse d’improvviso un battito leggero,
come d’uno che bussasse sommesso alla porta della mia stanza.
«E' un visitatore», borbottai, «che bussa alla porta della mia stanza –
solo questo e nulla più.»


Il Corvo ..The Raven - E. A. Poe   La_por10

Ah, distintamente ricordo che si era in un desolato dicembre,
e che ogni stizzo morente disegnava, dal camino, un suo spettro sul mio pavimento.
Sospiravo ansioso il mattino; – giacché invano avevo chiesto
ai miei libri di lenire il mio dolore – il dolore per la perduta Lenora –
per la rara e radiosa fanciulla cui gli angeli dan nome Lenora –
ma che qui non avrà un nome mai più.

Il serico, triste fruscio dei drappeggi purpurei
mi suscitava un brivido – m’accendeva d'immaginari terrori mai prima avvertiti;
sicché infine, per placare il pulsare del cuore, m’alzai ripetendo:
«E un visitatore che insiste alla porta della mia stanza –
qualcuno che s’attarda e insiste alla mia porta; –
solo questo e nulla più.»

Allora ripresi coraggio; e senza più esitare,
«Signore», dissi, «o signora, umilmente vi chiedo perdono;
ma è ch’io sonnecchiavo, e così sommesso fu il vostro bussare,
così fu leggero quel vostro battito, battito alla mia porta,
che appena ero certo d’averlo io inteso» – e tutta apersi la mia porta; –
solo tenebre e nulla più


Il Corvo ..The Raven - E. A. Poe   Poe_1010


Scrutai a lungo in quelle tenebre, sostai a lungo con stupore e timore,
dubbioso, sognando sogni che mai un mortale osò prima sognare;
ma il silenzio era assoluto, e la muta aria, non dava alcun segno,
e una sola parola fu detta, fu bisbigliata: «Lenora!».
Fui io stesso a pronunciarla, e un’eco mi rimandò quella parola: «Lenora!».
Solo questo e nulla più.

Rientrai nella mia stanza, col cuore infiammato.
E di nuovo udii bussare, un po’ più forte udii bussare.
«Certo», mi dissi, «c’è qualcosa alla finestra;
m’accerterò, dunque, esplorerò questo mistero; –
con cautela esplorerò questo mistero
sarà il vento e nulla più!»


Il Corvo ..The Raven - E. A. Poe   Poe_1110


Aprii la finestra: ed allora con strepito d’ali
entrò nella stanza un maestoso corvo dei sacrali giorni d'un tempo;
non fece alcun cenno d’ossequio, non un attimo s’arrestò o indugiò;
ma con portamento d’un gran signore o di dama si posò sulla mia porta –
si posò sul busto d’una Minerva, sopra la porta della mia stanza –
lassù si posò e nulla più.


Il Corvo ..The Raven - E. A. Poe   Poe1210


Inducendo allora quest’uccello d’ebano un po’ al sorriso i miei tristi pensieri,
con il grave e severo contegno che si dava,
«Per quanto», io dissi, «la tua cresta sia rasa e tagliata,
tu non sei certo né vile né spregevole,
orrido, cupo e antico corvo, qui giunto dalle rive della Notte;
dimmi qual nobile nome è il tuo sulle plutonie rive della Notte!»
Disse il corvo: «Mai più».

Molto fui stupito a udir parlare così distintamente quel goffo uccello,
quantunque non avesse molto senso, scarsa attinenza avesse anzi la sua risposta;
poiché certo ognuno converrà che a nessuna vivente persona
toccò mai di vedere un uccello sulla porta della sua stanza –
uccello o altro animale posato sul busto scultoreo sopra la porta della sua stanza,
e con un tale nome, «Mai più».

Ma il corvo, solitario sedendo sul placido busto, altro non disse
che quella sola parola, quasi che tutta la sua anima in quella sola parola avesse profuso.
Né altro più aggiunse – né piuma più scosse –
finché non diss’io in un soffio: «Altri amici già volaron via –
e domani anch’egli andrà via, come le speranze che già tutte volaron via».
Disse allora l’uccello: «Mai più».


Il Corvo ..The Raven - E. A. Poe   Poe1310


Attonito per quell’appropriata risposta che così infrangeva il silenzio,
«Senza dubbio», io ripresi, «è quel che dice tutto quel che sa,
appreso da un qualche infelice padrone che la Sventura
strinse dappresso, sempre più, e più, finché ogni suo canto non si ridusse che a quel ritornello -
finché gli inni della sua mesta speranza non si ridussero che a quell’unico malinconico
“Mai – mai più”».

E mentre il corvo ancora m’induceva al sorriso i tristi pensieri,
io sospinsi la mia poltrona fino alla porta, innanzi al busto e innanzi a quell’uccello;
quindi, affondato nel velluto, mi diedi a collegare
pensiero a pensiero, domandandomi che cosa mai quel sinistro uccello d’altri tempi –
che cosa mai questo cupo, goffo, avido, infausto e sinistro uccello d’altri tempi
volesse dire, gracchiando «Mai più».

Così io sedevo, immerso in congetture, e non più mi volgevo
all’uccello, i cui fieri occhi ora nel petto mi bruciavano;
così io sedevo, su questo e su altro ancora pronosticando, chinata la testa
sul velluto del cuscino, su cui la lampada fissava il suo occhio di luce,
sul tessuto di viola che la lampada fissava col suo occhio di luce,
e che lei non toccherà mai più!

Poi, così mi parve, diventò l’aria più densa, quasi fosse profumata da un invisibile incensiere
da serafini agitato, col tintinnio dei loro passi che sfioravano il tappeto.
«Ah, misero», gridai, «t’offre Iddio per mano di questi angeli, ti offre Iddio
un sollievo – sollievo e nepente per il ricordo della tua Lenora;
sorseggia, oh sorseggia questo dolce nepente e dimentica questa tua perduta Lenora!»
Disse il corvo: «Mai più».

«Profeta!», io dissi, «mostro del male! – profeta pur sempre, uccello o demonio! –
sia che il Maligno stesso t’abbia mandato o la tempesta qui gettato sulla riva,
afflitto ma non domato, su questa deserta terra stregata –
su questa casa visitata dall’Orrore – dimmi ora, io t’imploro –
vi è – vi è un balsamo in Gilead? Dimmelo – dimmelo, io t’imploro!»
Disse il corvo: «Mai più».

«Profeta», io dissi, «mostro del male! – profeta pur sempre, uccello o demonio!
Per quel cielo che su noi s’incurva – per quel Dio che entrambi adoriamo
di’ a quest’anima oppressa se mai nel remoto Eden
abbraccerà più mai una fanciulla beata che gli angeli chiaman Lenora –
abbraccerà più mai quella rara e radiosa fanciulla che gli angeli chiaman Lenora.»
Disse il corvo: «Mai più».

«E sia questa tua parola per noi ora segno d’addio, uccello o demonio!» gridai e balzai in piedi.
Ritorna alle tue tempeste e alle plutonie rive della Notte!
Non lasciarmi nessuna tua nera piuma a significar la tua menzogna!
La mia solitudine lascia a me intoccata, e tu lascia il busto sopra la mia porta!
Porta via il tuo becco, dal mio cuore, porta via la tua figura da quella mia porta!
Disse il corvo: «Mai più».

E mai più volando via di lì, il corvo ancora lì posa, ancora li siede,
sul pallido busto di Pallade, sopra la porta della mia stanza
e sembrano i suoi occhi di un demonio che sogni;
e la luce della lampada che l’investe ne getta l’ombra sul pavimento;
e la mia anima da quell’ombra che fluttua e tremola sul pavimento
non sarà sollevata – mai più.


Il Corvo ..The Raven - E. A. Poe   Poe17_10


Poi, così mi parve, diventò l’aria più densa, quasi fosse profumata da un invisibile incensiere
da serafini agitato, col tintinnio dei loro passi che sfioravano il tappeto.
«Ah, misero», gridai, «t’offre Iddio per mano di questi angeli, ti offre Iddio
un sollievo – sollievo e nepente per il ricordo della tua Lenora;
sorseggia, oh sorseggia questo dolce nepente e dimentica questa tua perduta Lenora!»
Disse il corvo: «Mai più».

«Profeta!», io dissi, «mostro del male! – profeta pur sempre, uccello o demonio! –
sia che il Maligno stesso t’abbia mandato o la tempesta qui gettato sulla riva,
afflitto ma non domato, su questa deserta terra stregata –
su questa casa visitata dall’Orrore – dimmi ora, io t’imploro –
vi è – vi è un balsamo in Gilead? Dimmelo – dimmelo, io t’imploro!»
Disse il corvo: «Mai più».

«Profeta», io dissi, «mostro del male! – profeta pur sempre, uccello o demonio!
Per quel cielo che su noi s’incurva – per quel Dio che entrambi adoriamo
di’ a quest’anima oppressa se mai nel remoto Eden
abbraccerà più mai una fanciulla beata che gli angeli chiaman Lenora –
abbraccerà più mai quella rara e radiosa fanciulla che gli angeli chiaman Lenora.»
Disse il corvo: «Mai più».

«E sia questa tua parola per noi ora segno d’addio, uccello o demonio!» gridai e balzai in piedi.
Ritorna alle tue tempeste e alle plutonie rive della Notte!
Non lasciarmi nessuna tua nera piuma a significar la tua menzogna!
La mia solitudine lascia a me intoccata, e tu lascia il busto sopra la mia porta!
Porta via il tuo becco, dal mio cuore, porta via la tua figura da quella mia porta!
Disse il corvo: «Mai più».


Il Corvo ..The Raven - E. A. Poe   Poe1510

E mai più volando via di lì, il corvo ancora lì posa, ancora li siede,
sul pallido busto di Pallade, sopra la porta della mia stanza
e sembrano i suoi occhi di un demonio che sogni;
e la luce della lampada che l’investe ne getta l’ombra sul pavimento;
e la mia anima da quell’ombra che fluttua e tremola sul pavimento
non sarà sollevata – mai più.


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