Il Castello dei Dannati
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Il Castello dei Dannati

Il Castello dei Dannati sarà una svolta per ogni fantasia, creatività, emozioni... Sentimenti trasformati in parole scritte..Racconti, poesie, G.D.R.
 
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 7. A PARIGI

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AutoreMessaggio
Mariska
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Mariska


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7. A PARIGI Empty
MessaggioTitolo: 7. A PARIGI   7. A PARIGI Icon_minitimeVen Ott 28, 2011 4:08 pm

...A Parigi venni accolto da un ometto elegante ed effeminato, il signor Jean Claude, l'agente attraverso il quale dovevo affittare la mia nuova casa. Mi portò dentro la sua carrozza e passammo gradualmente dalle eleganti vie principali in strade che diventavano sempre più misere e affollate, e da queste in posti in gran parte isolati e abitati soltanto da vagabondi e dai più poveri, finché non raggiungemmo la mia nuova dimora.

Era una casa quadrangolare - probabilmente maestosa un secolo prima, ma ora in rovina - che si ergeva nel mezzo di parecchi acri ricoperti di erba alta, erbacce intricate e vecchi alberi, scuri, nodosi e senza foglie. I terreni erano circondati da un alto muro di mattoni sormontato da acuminate punte di ferro, che erano sorprendentemente in buone condizioni.

"Sembra eccellente." dissi a Jean Claude "Devo chiarire che sono un studioso e un solitario e non tollererò alcun disturbo. Potete garantirmi la solitudine di cui ho bisogno in questo posto?"

"La gente del luogo la considera una casa stregata, m'sieu," rispose, premendosi una mano delicata sulla bocca per reprimere una risatina "credetemi: nessuno si avventurerà oltre l'entrata."

"Fatemi vedere com'è dentro." gli ordinai.

L'interno, non moderno e senza mobili, comprendeva sei stanze su ognuno dei due piani, più un ampio scantinato, che puzzava di umidità e somigliava a una prigione sotterranea. Delle grosse imposte di legno, attraverso le quali penetrava soltanto un semplice barlume di luce, erano fissate alle finestre, mentre la polvere di anni giaceva in spessi strati dappertutto, rendendo opachi i festoni di ragnatele che pendevano dai soffitti e dai muri. Ero straordinariamente contento dello scantinato, che si trovava molto al di sotto del livello del terreno e che avrei potuto fortificare facilmente.

Dissi a Jean Claude che avrei preso in considerazione la proprietà all'affitto richiesto, offrendomi di pagare una considerevole somma in anticipo.

L'agente si mise a giocherellare con i suoi baffi a forma di spazzolino da denti, con uno sguardo dubbioso sulla faccia. "Principe Szekely (questo era infatti il nome che avevo assunto) siete chiaramente un uomo di qualità." disse "Offrirvi un posto del genere, anche se è come convenuto, non mi sembra giusto. Posso trovarvi un altro luogo molto più adeguato a un affitto di poco superiore: basterebbe dirlo a mia Madre."

"L'affitto è irrilevante," gli risposi "la casa è quello che importa."

Lui continuò a mostrarsi dubbioso e cominciò a esaltare le virtù di altre proprietà contenute nei suoi registri, proprietà situate in posti molto più appropriati a uno come me. Avevo bisogno della fiducia di quell'uomo, almeno per il momento, e soltanto una spiegazione plausibile avrebbe dissipato i suoi dubbi.

"Sono un esule dal mio paese," gli dissi "lì ho offeso alcuni individui di grado elevato che trovavano la mia filosofia troppo radicale, troppo minacciosa per la loro posizione, e che sarebbero felici di vedermi morto. Riuscite a capire, signore, visto che il vostro stesso amato paese ha le sue rivolte? Ho bisogno di un posto in cui vivere dove i loro agenti meno si aspetterebbero di trovarmi."

Egli distese le mani in quel gesto di consenso che è tipicamente francese. "M'sieu, je comprend. La vostra posizione è sicura con la Società Jean Claude e Madre, presso i quali la discrezione è proverbiale."

"Sono un'ultima cosa, amico Jean Claude. Se dovessi avere bisogno occasionalmente di un... certo tipo di compagnia, dove sarebbe meglio che andassi a trovarla?"

Dal mio attacco al vagabondo nella tomba di Calais, avevo pensato seriamente alle mie necessità. Ho detto, Gwen, che posso astenermi dal nutrirmi per periodi molto lunghi, tuttavia c'è sempre il pericolo che la combinazione tra un lungo digiuno e una rabbia improvvisa possano farmi agire imprudentemente.

Avevo deciso che, per diminuire la possibilità dei miei attacchi indiscriminati sugli umani, la soluzione più ragionevole fosse quella di approfittare dei servizi di un bordello, da cui avrei potuto prendere di tanto in tanto un po' di prudente nutrimento senza alcun effetto permanente sulla mia compagna della sera.

Jean Claude increspò le labbra in un sorriso diplomatico. "Ho sentito che la casa più popolare tra i signori di qualità è quella di Madame Gauthier, vicino al Bois des Camelie." disse. Tirò fuori un biglietto da visita dalla tasca e vi scarabocchiò un indirizzo sul retro...

(CONTINUA)7. A PARIGI 7_pari10
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