Il Castello dei Dannati
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Il Castello dei Dannati sarà una svolta per ogni fantasia, creatività, emozioni... Sentimenti trasformati in parole scritte..Racconti, poesie, G.D.R.
 
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 La Tragedia di Tito Andronico

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AutoreMessaggio
Mariska
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La Tragedia di Tito Andronico  Empty
MessaggioTitolo: La Tragedia di Tito Andronico    La Tragedia di Tito Andronico  Icon_minitimeVen Set 30, 2011 1:32 pm


La Tragedia di Tito Andronico è la prima tragedia di Shakespeare, composta con molta probabilità tra il 1589 ed il 1593. Narra la storia di un immaginario generale romano che si vuole vendicare di Tamora, regina dei Goti

Trama

( Atto I )


L'Imperatore di Roma è morto, e i suoi figli Saturnino e Bassiano litigano per il possesso del trono. Il Tribuno della plebe, Marco Andronico, annuncia che la plebe ha scelto come nuovo imperatore suo fratello, Tito Andronico, un generale romano appena ritornato da una campagna militare durata 10 anni contro i nemici dell'impero. Tito entra a Roma portando con sé dei prigionieri: Tamora, la regina dei Goti, i suoi figli e Aronne il Moro. Tito ritiene un suo pio dovere religioso sacrificare il primo figlio di Tamora, Alarbo alla memoria dei propri figli caduti durante la guerra. Tamora lo implora di non sacrificare Alarbo, e quando Alarbo viene comunque sacrificato, giura vendetta.

Tito Andronico rifiuta, in segno di umiltà, di diventare imperatore e rinuncia in favore del figlio maggiore del vecchio imperatore, Saturnino; i due si accordano per il matrimonio di Saturnino con la figlia prediletta di Tito, Lavinia. Non sanno che Bassiano e la ragazza si erano precedentemente sposati in segreto: i ragazzi decidono di fuggire, aiutati da un altro dei figli di Tito, Muzio. Nel tentativo di impedire la fuga Tito si scontra con Muzio e lo uccide.

Saturnino, novello imperatore, decide quindi di sposare invece Tamora. Spinti l'uno dall'invidia per la popolarità di Tito e dall'affronto subìto per il rifiuto di Lavinia, l'altra dall'odio verso chi ha ucciso il suo figlio maggiore, la coppia decide di vendicarsi sulla famiglia di Andronico


( Atto II )

Il giorno seguente, durante una battuta di caccia, Aronne, l'amante di Tamora, incontra i figli di Tamora, Chirone e Demetrio, e discute con loro su chi dovrebbe prendersi le grazie di Lavinia.

Aronne ha gioco facile nel convincerli a tendere un agguato nel bosco a Bassiano e ad ucciderlo davanti a Lavinia mentre Tamora osserva soddisfatta. Lavinia disperata chiede aiuto a Tamora ed implora pietà. Tamora rifiuta: vuole la sua vendetta. Chirone e Demetrio portano via Lavinia, la torturano, la violentano e, successivamente, le tagliano la lingua e le mozzano le mani.

Aronne conduce quindi i figli di Tito, Marzio e Quinto, nel luogo in cui è stato ucciso Bassiano, e li accusa fraudolentemente dell'omicidio; l'Imperatore ha così la scusa per farli arrestare. Nel frattempo Marco trova la mutilata Lavinia nel bosco, la soccorre e la riconduce dal padre.



( Atto III )

Tito e il suo figlio rimanente sono preoccupati per le vite di Marzio e Quinto, ma non sanno che questi sono già stati giustiziati. Marco entra con la sorella Lavinia, ma nessuno riesce a capire se lei tentasse di scagionare o incolpare i suoi fratelli.

Entra Aronne, e dice agli uomini che l'Imperatore risparmierà i prigionieri, se uno di loro in cambio sacrificherà una mano. Tutti offrono di sacrificare la propria, ma è Tito a tagliarsela e a consegnarla ad Aronne, che la porta all'Imperatore. Come tutta risposta, un messaggero consegna a Tito le teste mozzate dei suoi figli.

Tito ordina quindi a Lucio di fuggire da Roma e di radunare un esercito tra quelli che erano in precedenza i suoi nemici, i Goti. Una volta tornato a casa, la disperazione di Tito sconfina nella follia, e i suoi familiari cominciano ad essere veramente preoccupati per lui.

( Atto IV )

Il nipote di Tito, che stava aiutando Tito a leggere alcune storie a Lavinia, si accorge che ella non vuole lasciare il libro per nessun motivo. In quel libro, Lavinia mostra a Tito e a Marco la storia di Filomela, nella quale la vittima di una violenza, muta come ora lei era, scrive il nome del suo brutalizzatore. Marco le dà un bastone grande abbastanza perché lei lo possa stringere con la bocca e con i moncherini, e con esso la ragazza scrive i nomi degli aggressori nel terreno sabbioso. Una volta letti, tutti i presenti giurano vendetta.

Tito si finge allora impazzito, fa legare dei biglietti con scritte preghiere e invocazioni agli dei a delle frecce, e ordina ai suoi scudieri di scagliarle verso il cielo. Marco lancia le sue frecce in modo tale che atterrino all'interno del palazzo dell'imperatore Saturnino: costui si irrita molto per questo, ed ordina di giustiziare un buffone che gli aveva consegnato l'ennesima supplica da parte di Tito.

Tamora intanto partorisce un bambino di pelle scura: l'ostetrica potrebbe rivelare che il padre in realtà non è altri che Aronne. Egli decide così di uccidere la serva e fugge con il bambino per salvarlo dall'inevitabile furia dell'Imperatore tradito.



( Atto V )

Lucio, mentre sta marciando su Roma con l'esercito appena radunato, incontra Aronne e lo cattura. Per poter salvare suo figlio, Aronne rivela quindi l'intero complotto, confessandosi ispiratore degli omicidi, dello stupro e delle mutilazioni di Lavinia.

Tamora, convinta della pazzia di Tito, va da lui insieme ai suoi due figli, travestiti come gli spiriti della Vendetta, dell'Assassinio e dello Stupro. Racconta a Tito che, con i suoi poteri di spirito sovrannaturale, gli assicurerà la sua vendetta se egli convincerà Lucio ad interrompere l'avanzata verso Roma.

Tito acconsente, manda Marco ad invitare Lucio a partecipare ad un banchetto e chiede a "Vendetta" (in realtà Tamora), di invitare anche l'Imperatore. Insiste però affinché "Stupro" e " Assassinio" (Chirone e Demetrio) restino lì con lui, suoi ospiti.

Tito fa legare Chirone e Demetrio dai suoi servi e a quel punto rivela loro il suo piano: li sgozzerà, mentre Lavinia raccoglierà il loro sangue stringendo una coppa con i suoi moncherini, quindi li farà a pezzi e con le loro carni preparerà un pasticcio che verrà servito durante il banchetto alla loro madre. È la stessa vendetta che Procne si prese per lo stupro della sorella Filomela.

Il giorno del banchetto Tito si presenta nel salone di casa sua vestito da cuoco, ed invita tutti a mangiare a sazietà. Chiede quindi a Saturnino se un padre dovrebbe uccidere la figlia se essa fosse stata stuprata. Quando l'Imperatore si dichiara d'accordo, Tito improvvisamente uccide Lavinia e dice a Saturnino ciò che Tamora e i suoi figli hanno fatto. Rivela anche che Chirone e Demetrio si trovano nel pasticcio di carne che Tamora ha appena mangiato con soddisfazione, e subito dopo uccide l'inorridita perfida donna. Gli eventi precipitano. Saturnino uccide Tito: Lucio uccide Saturnino.

Lucio viene acclamato come nuovo imperatore. Egli, lo zio Marco e tutti i presenti tributano un commosso ed addolorato addio a Tito.

Lucio dispone quindi che sia data un'appropriata sepoltura all'imperatore Saturnino, mentre il corpo di Tamora venga dato in pasto alle bestie. Quanto ad Aronne sia seppellito vivo fino alle spalle e lasciato a morire di fame e sete.

Aronne, impenitente e orgoglioso fino all'ultimo proclama:

« Se mai ho commesso una sola buona azione in tutta la mia vita
me ne pento dal profondo dell'anima »

(William Shakespeare - Tito Andronico)

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